Green Deal Europeo, è del 11 dicembre 2019 la comunicazione della Commissione europea che mira ad essere il primo continente ad impatto climatico zero. Si tratta di un obiettivo prioritario e certamente ambizioso della Commissione europea di Ursula Von Der Leyen, che avrà un impatto su decine di milioni di persone. ” Il Green Deal europeo è la nostra nuova strategia per la crescita.” cosi lo definisce la stessa Von Der Leyen. “Ci consentirà di ridurre le emissioni e di creare posti di lavoro.”
Sappiamo bene che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono una minaccia enorme, non solo per l’Europa ma per l’intero pianeta. Dobbiamo superare queste sfide, l’Europa ha bisogno di nuove strategie per la crescita che la trasformi in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva in cui:
nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra
la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse
nessuna persona e nessun luogo sia trascurato.
Il Green Deal europeo è la nostra tabella di marcia per rendere sostenibile l’economia dell’UE. Realizzeremo questo obiettivo trasformando le problematiche climatiche e le sfide ambientali in opportunità in tutti i settori politici e rendendo la transizione equa e inclusiva per tutti.
Al Green Deal lavoreranno sia la Commissione – l’organo esecutivo dell’Unione – sia il Parlamento e il Consiglio, che invece detengono il potere legislativo. Per la Commissione il Green Deal sarà gestito da Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione e uno dei politici più rispettati a Bruxelles, che ha ricevuto una delega ufficiale da Von der Leyen.
Quali azioni si propone il Green Deal Europeo?
Il Green Deal europeo prevede un piano d’azione volto a:
promuovere l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare
ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento
Come ben sappiamo l’aumento del riscaldamento globale deve rimanere entro gli 1,5 °C rispetto all’epoca pre-industriale, secondo le stime del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) dell’ONU, ciò per evitare danni enormi al pianeta e quindi alla specie umana. Per rispettare questo limite, stabilito dagli Accordi di Parigi del 2015, l’Unione Europea si è impegnata ad azzerare le proprie emissioni inquinanti nette entro il 2050, e a rispettare obiettivi intermedi per il 2030 e il 2040, seppur altri grosse nazioni ( leggasi USA ) siano uscite dall’accordo.
Il piano illustra gli investimenti necessari e gli strumenti di finanziamento disponibili e spiega come garantire una transizione equa e inclusiva.
L’UE intende raggiungere la neutralità climatica nel 2050. L’unione europea ha proposto una legge europea per il clima per trasformare questo impegno politico in un obbligo giuridico.
Per conseguire questo obiettivo sarà necessaria l’azione di tutti i settori della nostra economia, tra cui:
investire in tecnologie rispettose dell’ambiente
sostenere l’industria nell’innovazione
introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane
decarbonizzare il settore energetico
garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici
collaborare con i partner internazionali per migliorare gli standard ambientali mondiali.
L’UE fornirà inoltre sostegno finanziario e assistenza tecnica per aiutare i soggetti più colpiti dal passaggio all’economia verde. Si tratta del cosiddetto meccanismo per una transizione giusta, che contribuirà a mobilitare almeno 100 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 nelle regioni più colpite.
Quali gli obbiettivi primari ?
Come detto in precedenza un obbiettivo importante sarà quello di rendere più pulita la produzione di energia elettrica, diminuendo l’emissione dei gas serra ed in particolare della CO2 ( anidride carbonica ) che al momento è responsabile del 75 per cento di emissioni all’interno dell’Unione Europea, questo significa soprattutto potenziare la diffusione delle energie rinnovabili e al contempo smettere di incentivare l’uso di combustibili fossili: sarà un problema soprattutto per i paesi dell’Est Europa che ancora sviluppa l’energia attraverso carbone e petrolio.
Sarà l’idrogeno la nuova frontiera dell’energia ?
Un altro obiettivo decisamente fondamentale sarà rendere più sostenibili tutta una serie di attività umane che al momento sfruttano una grande quantità di energia producendo una quota eccessiva di inquinamento. Cosa dobbiamo attenderci? Servirà introdurre nuove leggi per costruire o ristrutturare case e industrie in giro per l’Europa, servirà rendere meno inquinanti i processi produttivi, sarà necessario potenziare i trasporti pubblici e su rotaia magari ad energia pulita, promuovere la biodiversità – cioè materialmente proteggere boschi e specie animali dall’estinzione – rendere ancora più diffusa l’economia circolare, ( leggi 10 PUNTI PER CREARE UNA BIOECONOMIA CIRCOLARE DEDICATA AL BENESSERE SOSTENIBILE ) e riservare una quota stabilita dei fondi europei per iniziative sostenibili.
Le misure di cui si sta discutendo di più, sostanzialmente perché sono le più importanti che verranno presentate nei prossimi mesi, sono due: la cosiddetta Legge sul Clima, la base legislativa per tutti i provvedimenti che seguiranno nei prossimi anni, e il Fondo per una transizione giusta, cioè il salvadanaio che servirà a finanziare iniziative sostenibili nelle regioni europee più arretrate e vulnerabili.
Attendiamo nella speranza che questa Unione Europea piena di burocrati e finanzieri possa finalmente decidere in concreto di salvare le generazioni future.
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